Rebecchino
Storia > La Lombardia del passato
Quasi In mezzo a Piazza del Duomo esisteva un rione costituito da un solo isolato, chiamato Rebecchino.
Il nome derivava da un'antica osteria nata nel XVI secolo li presente, in particolare dall'insegna della locanda raffigurante una donna intenta a suonare la ribeca. Lo scrittore Francesco Cherubini obiettò pero' che il nome Rebecchino fosse utilizzato già nel 1500, ben prima che l'insegna venisse costruita, attribuendo quindi l'origine al tradizionale vino della zona Robecco, o più semplicemente al fatto che il proprietario fosse di Robecco sul Naviglio.
"Ho detto vogliono perche' non abbiamo altra testimonianza ch'io sappia di questo se non le il loro volere che ne faccia fede la bella insegna alzata pochi anni (or)sono dell'osterìa del Rebecchino, e rappresenti una donna in atto di suonare il ribechìno; la quale insegna è mera fantasia, giacché quel' osteria fu sempre detta anche nelle Gride del *** Osteria del Robeccbino, o perche' vi si vendesse a preferenza il vin robecco o perché l'oste primo fosse *** da Robecco" -
Vocabolario Milanese-Italiano Cherubini, Francesco, 1789-1851
Il piccolo agglomerato urbano, fatto di stradine strettissime e immobili fatiscenti, era costantemente frequentato anche dalla malavita cittadina, attirata dal continuo afflusso di pellegrini in visita al Duomo.
L'osteria divenne comunque particolarmente rinomata nel XVII secolo, durante il quale venne ampliata per offrire servizio d'albergo. Allora l'oste della locanda era Francesco Vigo detto "Pensino", un commerciante di granaglie e di prodotti alimentari, che venne ritratto dal pittore Giuliano Pozzobonelli nel 1627 in cambio di 69 lire, una cifra considerevole per l'epoca, sicuramente dovuta per una certa notorietà dell'artista.
"Gli rispondeva a sud l'isolato del Rebecchino anch'esso più avanzato dei portici meridionali che lo han sostituito nel 1873. Di fronte al Duomo case anche più modeste. In questo ambiente, tanto più raccolto che in oggi, era anche allora il centro della vita cittadina: negozi ben forniti, specialmente di mode, di libri, di profumerie; trattorie rinomate come la Penice, caffè eleganti: il Reale e quello del Commercio dal lato del Rebecchino, quello celebre del Mazza in fondo al portico verso la corsia del Duomo. I negozi sotto il portico usavan tener appendici di banchi coperti di tende sotto le ventidue arcate tra una colonna e l'altra, che invadevano parte del suolo della piazza e davano all'insieme una nota di gaiezza."
Poesie milanesi Porta, Carlo Antonio Melchiore Filippo, 1775-1821; Società del giardino
Nel corso dei lavori per il rifacimento della facciata del Duomo, voluti da Napoleone Buonaparte, si prese in considerazione l'idea di allargare la piazza del sagrato, mediante la demolizione dei vicini immobili tra cui tutto il rione del Rebecchino.
Il progetto fu inserito nel Piano Generale di Milano, stilato nel 1810, ma i lavori iniziarono oltre 50 anni dopo, in concomitanza con quelli di costruzione della Galleria Vittorio Emanuele.
La demolizione del Rebecchino avvenne nelle prime settimane dell'ottobre 1875, in occasione della visita dell'imperatore tedesco Guglielmo I. I lavori per lo smantellamento della struttura continuarono anche di notte.
Sitografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Rebecchino
https://archive.org/details/poesiemilanesi00port/page/n25/mode/2up?q=rebecchino
Il quartiere del Rebecchino (a destra)
in piazza del Duomo, 1870
Piazza del Duomo e, sulla destra,
il quartiere del Rebecchino
Demolizione del Rebecchino, ottobre 1875