Chiese a Mantova e dintorni
LA BASILICA POLIRONIANA
La basilica, cuore dell’abbazia benedettina di Polirone, è l’unico luogo del complesso monastico ad aver mantenuto la sua originaria funzione. Essa ha custodito per secoli, ed ancora custodisce, le più alte espressioni d’arte, che hanno caratterizzato le diverse fasi storico-edilizie, che si sono succedute nel tempo: la basilica di Bonifacio di Canossa (sec. XI) costruita per la venerazione di S. Simeone, il pellegrino armeno sepolto nella 1^ cappella di sinistra; la basilica cluniacense del XII sec, edificata sul modello di Cluny; la basilica tardo-gotica del XV secolo e infine la basilica rinascimentale, realizzata da Giulio Romano, su commissione dell’abate Gregorio Cortese.
Preziosi sono gli ornati e gli arredi sacri: i mosaici romanici dell’oratorio S. Maria; i corali miniati, il coro e gli armadi della sagrestia in legno noce, intagliati dal Piantavigna alla metà del Cinquecento; il ciclo di 32 statue in terracotta di Antonio Begarelli dello stesso periodo; le pale d’altare; l’organo.
STORIA DELL’ABBAZIA DI SANBENEDETTO IN POLIRONE
La storia dell’abbazia polironiana, sorta su un’isola compresa tra il Po e il Lirone, comincia nell’anno 1007 con l’atto di fondazione sottoscritto da Tedaldo di Canossa, nonno di Matilde.
Monastero di famiglia, il Polirone fu prediletto da Matilde, la "Grancontessa", che qui volle essere sepolta dopo la sua morte, avvenuta a Bondeno di Rancore il 24 luglio 1115. Qui il suo corpo è rimasto fino al 1633, quando il pontefice Urbano VIII lo volle a Roma, per dargli sepoltura nella basilica di San Pietro, dove tuttora riposa in un magnifico sepolcro realizzato dal Bernini.
L’abbazia ha conosciuto due periodi di grande splendore: quello matildico con l’affiliazione dell’abbazia a Cluny, dopo il famoso incontro di Canossa del 1077; quello rinascimentale, quando Polirone per più di 50 anni fu la sede dei Capitoli della Congregazione di S. Giustina e i più importanti artisti operarono per il rinnovamento edilizio e artistico del cenobio. Fra questi il Correggio, il Veronese, Giulio Romano, che ristrutturò la chiesa abbaziale, prima cluniacense e poi tardogotica, nelle forme del rinascimento italiano.
Dopo la crisi del 1600 con le ripetute inondazioni del Po e l’occupazione da parte dei Lanzichenecchi, nel Settecento l’abbazia stava ricuperando il suo splendore, quando fu soppressa da Napoleone nel 1797, al tempo della prima campagna d’Italia.
Dopo due secoli di abbandono, a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, l’abbazia ha visto crescere l’attenzione intorno alla sua storia e al suo patrimonio religioso e culturale, interesse culminato nel 2007 nella celebrazione del Millenario Polironiano e ora continuato intorno alla figura di Matilde a 900 anni dalla sua morte.