Bevr'in vin - nel vino
Il nome in dialetto mantovano Bevr'in vin (bere nel vino) viene attribuito alla scodella di brodo di carne, servito con l'aggiunta di vino rosso, solitamente Lambrusco, Ancellotta o Clinto, a cui puo' essere aggiunto, in modo facoltativo, formaggio grana grattuggiato.
Si beve nel Mantovano prima di un pranzo importante come aperitivo o come minestra con l'aggiunta di pasta, magari ripiena.
In questo caso se il primo piatto e' costituito da Agnolini o Cappelletti, asciutti o in brodo, il Bevr'in vin ne contiene alcuni ed e' composto poi da un mestolo di brodo bollente con l'aggiunta di vino rosso a piacere, per diminuirne la temperatura. In questo caso il piatto viene anche chiamato anche Sorbir d'Agnoli.
Se invece il primo e' costituito da tortelli di zucca il Bevr'in vin ne contiene 5 o 6, appena cotti, con l'aggiunta di un goccio d'acqua e mezzo bicchiere di vino; questa versione si chiama anche Turtèi Sguasaròcc, cioe' Tortelli Sguazzanti.
In passato era anche la colazione, o il ristoro a meta' mattina quando iniziava il caldo, di chi andava a lavorare nei campi, magari alle 4 del mattino
Interessante ricordare che nell'Iliade il mitologico medico Macaone fa grattuggiare a Ecamede del formaggio di capra nel vino, spargendovi sopra della farina, per ridare le forze a due guerrieri. Una bevanda quasi precursora del Bevr'in vin
La simile alle Dee presta donzella
Pramnio vino versava; indi tritando
E spargendovi sovra un leggier nembo
Di candida farina, una bevanda
Uscir ne fece di cotal mistura,
Che apprestata e libata, ai due guerrieri
La sete estinse e rinfrancò le forze.
Bibliografia
Annalisa Strada, Lombardia & Cucina -
Dizionario Enograstonomivo -
Corriere della Sera - Nardini Editore